Petrucci all'Ussi: "Comunicate i valori della pallacanestro"

"Comunicate la pallacanestro e diffondete i suoi valori. Fatelo anche con i nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione e reclamizzate la Nazionale che va amata e sostenuta. Ieri il basket era molto presente nei palinsesti televisivi e sui giornali, oggi va recuperato questo spirito e aiutata la stampa a capire il basket e lavorare per attirare un pubblico sempre maggiore". Gianni Petrucci, presidente della Federbasket, apre così il suo intervento nel seminario "Il basket è chi lo racconta. Nazionali e rapporto con la stampa", organizzato dall'Ussi, l'Unione stampa sportiva italiana e dalla stessa Fip. E aggiunge: "Al basket manca il grande risultato, quando arriverà avremo un'attenzione massima. La nazionale non va in chiaro perchè, a differenza della pallavolo, la federazione non detiene i diritti. Sky ha vinto legittimamente la gara, la Rai ha partecipato e non ci è riuscita. Il basket però può avere altri mezzi a disposizione, la radio per esempio da sempre vicina al nostro sport, oppure i social media che sono un potente strumento di comunicazione, se ovviamente usati in maniera legittima". 

Su questo argomento, Meo Sacchetti, allenatore di una Nazionale a cui manca una partita per arrivare ai Mondiali 2019, svela un retroscena: "Io uso i social in maniera non ossessiva, ma i miei giocatori no. Sono sempre attaccati al telefonino, addirittura ho saputo che alcuni di loro lo hanno usato tra il primo e il secondo tempo di una partita in Nazionale. Mi sono molto arrabbiato. Se la Federazione vuole fare qualcosa, magari togliendo loro la diaria e la girano a me". Sorrisi in sala, ma anche una riflessione su quanto i social stanno cambiando la vita di ognuno di noi e, nello specifico, la comunicazione del basket e per il basket. Petrucci ribatte: "Sto sapendo questa cosa adesso, vedremo cosa fare". Poi, interpellato da Il Messaggero, dice: "Non è una cosa bella, ma è una vicenda dello spogliatoio e tale deve rimanere"

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I NUMERI SOCIAL DELLA NAZIONALE - Il profilo Facebook della Federazione conta oltre 124 mila followers, 92 mila sono invece quelli su Instagram. I giocatori più "social" sono Datome, capitano della Nazionale, che su Instagram ha 351 mila followers e che è molto attivo anche nella pubblicazione quotidiana di foto e storie. Seguono Melli con quasi 90 mila, Aradori con oltre 65 mila, Burns con 60 mila e Cinciarini con poco più di 57 mila. Tra i meno esposti Brian Sacchetti con 12 mila followers (e meno di 500 su Twitter) e Michele Vitali con 9 mila. Poche tracce di Jeff Brooks, l'ultimo arrivato in casa azzurra, nemmeno 2100 followers e nessun post pubblicato. Meglio su Twitter con 3.673 persone che lo seguono. 

Al seminario, moderato dal Luigi Ferrajolo, presidente dell'Ussi, partecipano anche Danilo Di Tommaso, responsabile della comunicazione del Coni, che illustra le regole imposte dal Cio ad atleti e giornalisti per quanto riguarda l'uso dei social e quale comunicazione effettuare durante una manifestazione olimpica, Bogdan Tanjevic, ex allenatore della nazionale e attuale direttore tecnico delle squadre nazionali della Fip, che racconta, alla sua maniera, istrionica e colorita, come ha gestito i giocatori e i rapporti con la stampa ai tempi degli Europei 1999, vinti dall'Italia. Ma anche aneddoti ai tempi di Caserta legati a Oscar, Dell'Agnello e Ricci. Angela Adamoli, allenatrice della nazionale femminile 3x3 campione del mondo a Manila, ha parlato delle peculiarità e delle potenzialità di questa nuova disciplina, in grado di attirare la curiosità e l’interesse delle nuove generazioni proprio grazie all’uso dei social.

Chiusura di giornata con due firme che il basket lo vivono quotidianamente, Massimo Barchiesi, voce di Radio Rai, e Mario Arceri, una vita al Corriere dello Sport e ora direttore di Basket Magazine e editorialista esclusivo di Supporters Magazine. Barchiesi: "La Nazionale è inserita in tutte le salse su Radio Rai e gli ascolti sono cresciuti così come l'attenzione verso la pallacanestro. La radiocronaca è molto cambiata nel corso degli anni, ora i ritmi sono veloci e bisogna dare molti particolari. Mi piacerebbe vedere anche in Italia tantissimi giornalisti al seguito della Nazionale, come avviene in Spagna seguita soprattutto da tantissime radio. Nel caso ci dovessimo qualificare ai Mondiali in Cina nel 2019, Radio Rai è già pronta a seguire l'evento con un palinsesto speciale, segno che l'azienda tiene molto a questo sport". 

Infine Mario Arceri. "Giorgio Tosatti è stato il mio maestro e mi ha insegnato le quattro C, la cultura, la competenza, la credibilità e la chiarezza. Aggiungerei la correttezza, perchè un bravo giornalista deve essere corretto con se stesso e verso chi scrive. Ho seguito sette Olimpiadi e tantissimi mondiali ed europei di basket, ho sempre cercato di raccontare con lealtà quello che ho visto, senza accentuare la cronaca, ma dando sempre il senso della realtà dei fatti. Bisogna raccontare e non fare copia e incolla come purtroppo spesso avviene oggi nel mondo dei social e in rete in generale. Sono convinto anche io che l'attenzione verso la Nazionale debba crescere, prima gli inviati al seguito erano una trentina, l'altro giorno inn Ungheria quattro oltre al gruppo di Sky che detiene i diritti tv. Dobbiamo cambiare il trend". 

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Marino Petrelli

foto: Ciamillo/Castoria

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