Femminile, Schio, Venezia e poco altro. Il caso Udine

Famila-Schio-Coppa-Italia-2025La vetrina della semifinale di Coppa Italia davanti a 7000 persone alla Inalpi Arena, a Torino, è stato un bello spot per il basket femminile però alla fine in finale vanno le solite due squadre: Reyer Venezia e Schio che poi si ritroveranno in campionato anche tra poco meno di una settimana. Ha vinto Schio come nel 2024, squadra attrezzata anche a livello europeo per aver raggiunto la Final Six di Eurolega a Saragozza. Ma cosa succede al movimento femminile soprattutto in Serie A1? È ormai evidente che ci sono parecchi problemi nel massimo campionato dove il livello, a parte le prime 3, si è abbassato sempre di più e non può non balzare l’occhio il fatto che per il secondo anno consecutivo si fa fatica ad arrivare ad, addirittura, 12 squadre iscritte e non a caso ci si è fermati ad 11 ed il tutto nell’anno dell’Europeo femminile che si giocherà in casa a Bologna dal 18 al 21 giugno, poi la fase finale in Grecia fino al 29 giugno.

Mentre scriviamo ci arrivano voci abbastanza allarmanti da altre piazze italiane di serie A1, ad esempio Faenza e Sassari che hanno ridotto i rispettivi budget e che rischiano seriamente un ridimensinamento o peggio ancora la mancata iscrizione al massimo campionato. Cosa farà a quel punto la Lega femminile? Cerchrà di fare una vera riforma dei campionati oppure si navigherà ancora a vista con un campionato dispari? Parliamo poi dell’ultimo provvedimento emanato dalla FIP in riferimento alla partita tra Battipaglia e Derthona. Andiamo con ordine.

Sabato sera Battipaglia si è presentata sul campo della neo promossa BCC Derthona con sole 8 atlete a referto di cui solamente 7 sono scese in campo e tra queste vi sono 3 straniere. Le battipagliesi escono sconfitte 58-53, gettando il cuore oltre l’ostacolo, il lunedì viene data la vittoria a tavolino a Derthona per 20-0 a causa del numero minimo di atlete a referto, solamente 5 atlete di formazione italiana contro le 6 previste dalle DOA e soprattutto della mancata presenza dell’atleta Fabiana Prete che è stata giustificata da certificato medico in data 22/02/2025, lo stesso giorno in cui era prevista la partita a Tortona. Si può parlare finché si vuole del fatto che il movimento femminile non sia in salute, ma se poi ci si mettono anche le società a darsi pugnalate da sole non rispettando le regole siamo al punto di partenza.

E cosa succede in A2 femminile? Udine sembrava vicina alla chiusura a stagione in corso e quindi non presentarsi neanche in Coppa Italia a Roseto dal 7 al 9 marzo. Ma, ancora una volta, ci pensa il presidente dell’Apu Udine (squadra prima in classifica in serie A maschile, ndr), Alessandro Pedone, insieme a Gabriele Ritossa e CGR Spa a salvare il patrimonio cestistico regionale. Con un comunicato apparso sui propri profili social l’APU Udine ha ribadito la terzietà rispetto a Libertas Basket School ma metterà a disposizione la somma di 100.000 euro da qui a fine stagione, ribadendo che la condizione posta è quella un immediato cambio al vertice della società, poiché nell’attuale viene identificata l’origine della incredibile situazione venutasi a creare.

Ultimo e non ultimo i tre imprenditori tengono a precisare che l’aiuto economico viene dato per consentire alla squadra una dignitosa conclusione del campionato e che le risorse non verranno messe a disposizione per acquisizione di quote, cambi di proprietà, interventi di qualsivoglia natura nella gestione dell’associazione Libertas Basket School. A fine comunicato viene specificato, inoltre, dal presidente Pedone che non intendono pagare debiti pregressi di gestioni sconosciute. 

E qui, appunto, ci potremmo soffermare molto: è una bellissima cosa che Pedone e soci abbiano deciso di voler le Women Apu per finire dignitosamente la stagione, ma cosa ne sarà poi del team friulano finita la stagione? I problemi ci sono e di questo ne è consapevole lo stesso Pedone come si evince anche dalle sue parole. In ogni caso, l'amore ed il cuore delle giocatrici non sono negoziabili e nemmeno vanno sfruttati. La speranza di tutti è che non ricapiti più in futuro in qualsiasi altra squadra perché questa sarebbe una vera sconfitta per il basket femminile. Il tempo (non molto) per cambiare la storia c'è ancora. 

leggi anche: Basket femminile in crisi: A1 a 11 squadre e poche idee

Chiara Morbio

credits ph: Ciamillo/Castoria

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