A2, dura realtà. Bisogna calarsi nella parte

Scritto da Redazione on . Postato in Post.it di Mario Arceri

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Brindisi, che succede? Sbagliato prendere troppo alla lettera il nome dello sponsor e considerare il campionato una specie di vacanza lunga a spasso per lo stivale. Eppure, a leggere i risultati di questo traumatico avvio di stagione, l'immagine che ne risulta è proprio quello di un allegro gruppo vacanze che ancora non ha capito bene la realtà in cui è capitato. Che è composta di alcuni particolari ben precisi: il primo è che il club brindisino ha radici e tradizioni consolidate che vanno tutelate; il secondo che la passione del suo pubblico è saldamente radicata e va rispettata; il terzo, infine, che il campionato sta correndo e restare indietro diventa, giornata dopo giornata, sempre più pericoloso.

Difficile interpretare e comprendere i veri limiti della squadra di Piero Bucchi, un coach amato dalla piazza, considerato dalla dirigenza, che forse mai ha avuto nella sua storia di allenatore una partenza così deludente. Probabilmente il roster non si sta dimostrando all'altezza delle aspettative dei tifosi, con qualche scelta azzardata per il livello di fiducia che si era accordato. Sicuramente l'assenza di Ogden sta penalizzando anche troppo una squadra che, obiettivamente, ha solo Bryon Allen in possesso di punti nelle mani ma che fino adesso ha molto deluso le aspettative. Il portoghese Almeida, sostituto a gettone, è da valutare su un periodo più lungo, ma non sembra il profilo giusto per tamponare la falla che si è aperta sotto canestro con la contestuale assenza di Giovanni Vildera, l’altro centro brindisino.

Il ricordo di Big Elio

Scritto da Redazione on . Postato in Post.it di Mario Arceri

Questa sera, con il Memorial dedicato al suo nome e alla sua indimenticabile figura, Brindisi ricorda Elio Pentassuglia. Ed è una bella cosa, perché riafferma il forte legame con le radici e la necessità che, soprattutto nello sport, non vengano mai rinnegati i personaggi, i fatti, gli eventi che hanno fatto la storia. Si dice, ed è vero, che non sapremo mai chi siamo se non avremo conosciuto da dove veniamo. E cioè quale è stata la nostra storia, chi sono stati i nostri Padri. Sì, con la "P" maiuscola: la stessa P di Pentassuglia che per Brindisi è stato uno dei padri fondatori e per il basket italiano uno dei padri più apprezzati, amati e innovatori.

Il direttore di Supporter's Magazine mi ha chiesto di ricordarlo con queste brevi righe. I suoi risultati sono noti, la sua figura, il suo carattere, quello che riusciva a trasmettere a chi gli stava accanto forse un po' meno, almeno tra i più giovani. L'ho conosciuto tanto, tantissimo tempo fa, alla mia prima esperienza da inviato proprio a Brindisi per raccontare il "miracolo" di questa città che aveva raggiunto le Leghe professionistiche.

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