A2, dura realtà. Bisogna calarsi nella parte
Brindisi, che succede? Sbagliato prendere troppo alla lettera il nome dello sponsor e considerare il campionato una specie di vacanza lunga a spasso per lo stivale. Eppure, a leggere i risultati di questo traumatico avvio di stagione, l'immagine che ne risulta è proprio quello di un allegro gruppo vacanze che ancora non ha capito bene la realtà in cui è capitato. Che è composta di alcuni particolari ben precisi: il primo è che il club brindisino ha radici e tradizioni consolidate che vanno tutelate; il secondo che la passione del suo pubblico è saldamente radicata e va rispettata; il terzo, infine, che il campionato sta correndo e restare indietro diventa, giornata dopo giornata, sempre più pericoloso.
Difficile interpretare e comprendere i veri limiti della squadra di Piero Bucchi, un coach amato dalla piazza, considerato dalla dirigenza, che forse mai ha avuto nella sua storia di allenatore una partenza così deludente. Probabilmente il roster non si sta dimostrando all'altezza delle aspettative dei tifosi, con qualche scelta azzardata per il livello di fiducia che si era accordato. Sicuramente l'assenza di Ogden sta penalizzando anche troppo una squadra che, obiettivamente, ha solo Bryon Allen in possesso di punti nelle mani ma che fino adesso ha molto deluso le aspettative. Il portoghese Almeida, sostituto a gettone, è da valutare su un periodo più lungo, ma non sembra il profilo giusto per tamponare la falla che si è aperta sotto canestro con la contestuale assenza di Giovanni Vildera, l’altro centro brindisino.