Brindisi prendi esempio dall'Atalanta

Scritto da Redazione on . Postato in Il direttore

418170210_903117295150829_3066264111294533976_nMolte persone che mi conoscono personalmente, ma anche qualcuno che ha il piacere di leggere i post sui miei canali social, sanno che da anni prendo Bergamo e l'Atalanta come esempii virtuosi di eccellenza nello sport e nella vita sociale. Ora che l'Atalanta ha vinto l'Europa League ricevendo i complimenti da tutti mi sono spinto a fare un parallelismo forse azzardato ma per certi versi utile per Brindisi e per la crescita sportiva della società e del tessuto sociale cittadino.

Ripeto ancora una volta che non si tratta di essere tifosi o meno, ma appassionati del mondo atalantino e della realtà bergamasca, anche per frequentarla di persona da diversi anni. Credo di essermi "spogliato" dall'etichetta di tifoso anche per quello che riguarda Brindisi. Sono sempre felicissimo quando vince, meno quando perde, ma la passione non manca mai e non potrebbe essere altrimenti seguendo il basket da quando avevo sei anni e ora ne ho "qualcuno" in più. Quello che è cambiato è il modo di vedere le cose, anche per motivi professionali, e questo non mi impedisce di elogiare o criticare a seconda delle occasioni nel rispetto dei ruoli. 

Fatta questa (lunga) premessa, veniamo ai fatti. A Bergamo c'è una parola che rende meglio di ogni altra il concetto: appartenenza. Dal centro città alle valli, dalla meravigliosa Città alta al confine verso la Brianza tutti si sentono bergamaschi e atalantini. A Bergamo non si va allo stadio, ma si va "all'Atalanta", i comuni dell'hinterland sono un tutt'uno con il capoluogo di provincia, e anche chi non è bergamasco e vive lì si è integrato a meraviglia. L'appartenenza esiste certamente in altre città, ma a Bergamo si tifa Atalanta e basta. Oggi l'Atalanta raccoglie con merito quanto ha seminato negli anni e lo fa anche grazie al profondo senso di attaccammento e appartenenza e simbiosi tra città, squadra, provincia e dirigenza. 

A Brindisi c'è la stessa appartenenza, lo stesso attaccamento, la stessa passione? In buona parte sì. la città ha sempre risposto presente, sia che la squadra andasse bene, vedi per esempio gli esodi a Firenze e Pesaro per le finali di Coppa Italia, sia che andasse male come accaduto quest'anno con la retrocessione in A2, ma con il Pala Pentassuglia sempre pieno e caloroso. Ma si può fare di più secondo me. La società, che ha già fatto importanti passi in avanti da questo punto di vista, è chiamata a diventare davvero la "capofila" della provincia e della regione, soprattutto in uno sport, la pallacanestro, dove c'è meno concorrenza rispetto al calcio. A Bergamo, ogni bambino che nasce riceve un kit del tifoso atalantino. Solitamente una maglietta con il nome, una bandiera e un biglietto da utilizzare al compimento del sesto anno di età, quello per i nati il 22 maggio 2024, giorno della vittoria in Europa, sarà ancora più personalizzato. "Appena nati e già atalantini" è lo slogan scelto fin dal 2010, anno di nascita dell'iniziativa. Sarebbe bello che la nostra dirigenza facesse lo stesso con il kit del tifoso biancoazzurro. "Appena nati e già biancoazzurri", suona piuttosto bene. 

leggi qui l'iniziativa sul sito dell'Atalanta

E ancora: a Bergamo, dirigenti, giocatori e staff tecnico, a turno, vanno settimanalmete nelle scuole del capoluogo e della provincia. A Brindisi questo accade in parte, meglio rispetto al passato, ma si potrebbero creare iniziative fisse e ancora più coinvolgenti in città e in provincia. Bella è stata l'iniziativa della School Cup realizzata quest'anno e che ci siamo certi avrà un seguito ancora maggiore nei prossimi anni, come avviene in altre città ormai da tempo. A Bergamo, la sinergia con la provincia è totale. L'Atalanta si allena a Zingonia, ma a volte sostiene qualche allenamento in provincia coinvolgendo altre città. Una delle sue giovanili gioca ad Alzano Lombardo, la squadra Under 23, che ha fatto un grande campionato in Lega Pro, gioca a Caravaggio.

Sarebbe possibile vedere la New Basket itinerante in provincia? Giro la domanda alla società, certo del fatto che allargare gli orizzonti fa sempre bene, non solo in campo ma anche fuori coinvolgendo tutti e dando gli stessi spazi a tutti. E magari trovando nuovi tifosi e, perchè no, nuovi orizzonti di marketing e di espansione commerciale che non guastano mai (ps: lo store dell'Atalanta è molto grande e vendono tutto, ma proprio tutto, magliette, tute, sciarpe, cappellini, matite, penne, zaini per la scuola, asciugamani, profumi, portachiavi, portafogli, calendari. Oltre al fatto che i giocatori vanno sempre per firmare i gadget e fare le foto con i tifosi. Sarebbe bello accadesse anche nel nostro store...).

L'IMPORTANZA DEL NUOVO PALASPORT - Una questione è poi fondamentale: la struttura di proprietà. Qui il lavoro della famiglia Percassi (che costruisce anche centri commerciali tra le mille attività del gruppo) è stato incredibile. Hanno deciso di acquistare lo stadio, ora denominato Gewiss Stadium, lo stanno ristrutturando a proprie spese e ne stanno facendo un gioiello anche per la città con ristoranti, bar, una farmacia, il nuovo mueseo dell'Atalanta e un punto dedicato ai tifosi dove si potrà sostare e andare alle partite tutti insieme. Brindisi merita un nuovo palasport, con annessi servizi, ma deve fare presto. Non sappiamo bene come stanno le cose perchè negli ultimi tempi le notizie sono più frammentarie, ma è arrivato il momento di accellerare definitivamente.

L'Ati, l'Associazione temporanea di imprese di cui la New Basket è capofila, si adoperi ad avviare l'opera, magari trovando imprenditori e finanziatori di fuori città interessati alla costruzione. Il presidente Marino ha di recente anticipato che questi imprenditori ci sarebbero anche, allora facciamo presto. Ne vorremmo sapere di più, lo vogliono sapere i tanti tifosi biancoazzurri, anche di fuori città, che attendono da anni una nuova struttura multi funzionale. E che magari possa poi essere sponsorizzata come avviene a Bergamo e in molte altre parti in Italia e nel mondo, sia per il calcio che per altri sport. Il cosiddetto "naming" porta soldi, visibilità , attenzione mediatica. 

Brindisi come Bergamo? Certo, le differenze sono tante. Intanto è profondamente diverso il tessuto economico e sociale delle due città, ma anche la famiglia Marino, che tanto ha fatto e tanto sta facendo, non è la famiglia Percassi che ha un patrimonio personale di quasi 1,5 miliardi di euro. Il calcio di serie A ed europeo non è la stessa cosa del basket, soprattutto di A2, che fatica a trovare una sua dimensione anche economica. Ma c'è l'entusiasmo di un percorso di diversi anni e di una coppa finalmente vinta. Brindisi è accomunata all'Atalanta per 'aver perso due finali di Coppa Italia (per i bergamaschi ora tre), ma a Bergamo non si sono dati per vinti, cosa tipica da quelle parti, non solo nello sport, ma nella vita lavorativa di tutti i giorni. 

Ecco, non dobbiamo darci per vinti e ripartire con la stessa grinta. I Percassi hanno preso l'Atalanta in serie B e l'hanno portata sul tetto d'Europa. Con lo stesso allenatore dal 2016 in poi, segno di grande continuità e progettualità. La famiglia Marino ha sostanzialmente fatto la stessa cosa nel 2011 in A2 (anche se allora c'era ancora Massimo Ferrarese, al quale vanno attribuiti i giusti meriti). Ora il percorso si è temporanemanete interrotto per la retrocessione, ma si può risalire, si deve risalire. Con l'entusiasmo, con la passione e con l'appartenenza. A Brindisi, ma non solo a Brindisi. Si vince (e si perde) tutti insieme, basta volerlo. 

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Marino Petrelli

 

 

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