Leonessa in chiaro scuro. La Coppa Italia non può bastare
Quasi cinquantaseimila spettatori hanno assistito alle gare casalinghe della Germani Brescia in questa stagione di Serie A. Un dato lusinghiero per la Leonessa che ha ritrovato dopo tre lunghi anni l’affetto del proprio pubblico che si è stretto attorno alla squadra in un crescendo di entusiasmo e di presenze, con una media di 3.719 persone a partita. Un dato che testimonia l’attenzione che il pubblico biancoblu riversa nei confronti della squadra, capace quest’anno di ricambiare l’affetto dei propri supporters con la conquista della Coppa Italia, successo storico che ha regalato una soddisfazione enorme a tutti i tifosi bresciani. Sicuramente positivo anche il dato relativo alle presenze degli spettatori in occasione delle 9 gare di EuroCup, tra abbonati e tifosi che hanno acquistato i biglietti per le partite della competizione europea le presenze medie sono state 2.051, un dato importante che con le 8 vittorie ottenute nel girone di qualificazione ha permesso il raggiungimento dei playoff per la prima volta nella storia di Brescia.
Come possiamo giudicare la prestazione di una squadra che a Torino si è tolta lo sfizio di vincere prima con Milano e poi in finale con Bologna, dopo aver dominato Pesaro in semifinale, conquistando la Coppa Italia, ma senza accedere ai playoff per lo scudetto? Prima del giudizio finale, analizziamo le attenuanti: l’infortunio iniziale di Massinburg, al quale si sono aggiunte le lunghe assenze di Caupain per 4 mesi e Petrucelli per 2 mesi che hanno spinto Brescia a cambiare assetto, con la necessità di inserire Nikolic e Taylor. Proprio quando sono rientrate i due infortunati ecco che si ferma Cobbins prima e nuovamente Massinburg poi. In pratica la formazione costruita nell’estate da Alessandro Magro, al completo sul parquet si è vista veramente per poche partite.
Il direttore generale Marco De Benedetto subito dopo la debacle di Scafati ha messo subito le mani avanti e ha voluto chiarire quanto segue: “Il progetto affidato lo scorso anno al sottoscritto e a coach Alessandro Magro era nato per costruire qualcosa che potesse durare un triennio e, dopo quanto realizzato la scorsa stagione, doveva proseguire con un secondo anno stabile che permettesse alla società di arrivare nella terza stagione con la speranza di poter competere per vincere qualcosa. Avremmo voluto raggiungere i playoff e abbiamo fallito l’obiettivo, ma la Coppa Italia rimarrà un successo epocale per una città come Brescia. I giocatori sanno di aver lavorato duramente. Io e Alessandro Magro ci siederemo al tavolo con la società e la proprietà ci dirà che cosa le è piaciuto e che cosa no. Siamo professionisti e siamo abituati a essere valutati sulla bontà del nostro lavoro”.
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Alla luce di quanto detto allora caro sig. direttore il giudizio finale è: DISCRETO. Sicuramente il successo nella Coppa Italia è stato tanto gradito quanto inaspettato, ma la mancata qualificazione alla post season frutto del decimo posto finale non è quanto ci si aspettava. Parlo, anzi scrivo a nome di tanti tifosi, ma soprattutto immagino uno sponsor che ha creduto nel vostro progetto. Vedere una formazione come Trento tra le prime otto della classe deve fare riflettere, ma soprattutto pensare che le sconfitte con Treviso, Pesaro e Trento stessa due volte su due non è accettabile, roster meno tecnici e con meno qualità, almeno sulla carta.
Perdere il derby a Verona con 600 supporters al seguito ha lasciato parecchio l’amaro in bocca. La qualificazione alla fase ad eliminazione diretta in Eurocup era il minimo sindacale per una formazione costruita sulle basi del terzo posto della passata stagione, anche se contro la finalista del torneo, Ankara, una formazione comunque alla portata della Germani. Adesso cala il sipario su questa stagione con la previsione che tanti giocatori cambieranno casacca. Sicuri addii da parte di Massinburg, Laquintana, Nikolic (che concluderà la stagione a Gran Canaria) e Moss che nonostante desideri giocare ancora, non ha più le “gambe” per reggere il ritmo della serie A, probabile che gli venga proposto un impiego all’interno della società. Petrucelli ha due anni di contratto, con “escape” per l’Eurolega e lo status di italiano fa gola a tanti, Olimpia Milano su tutte.
Della Valle, Akele e Cournooh dovrebbero rimanere, anche Burns potrebbe essere nei dodici del prossimo anno. Invece restano nel limbo le permanenze di Caupain, Gabriel, Odiase e Cobbins. Il rinnovo di Alessandro Magro che ha un 1+1 dipende molto da quante possibilità ci sono di vedere sulla panchina biancoblù, ma di Brescia e non di Brindisi, Frank Vitucci, desiderio dichiarato apertamente da parte di Mauro Ferrari, patron Germani. Alla luce di questa stagione che si chiude in chiaroscuro, ma con prevalenza di colore scuro, la proprietà deve riflettere su quanto pesa la partecipazione ad una competizione europea alla luce poi dell’andamento in campionato che può essere salutare se c’è la ricerca di un successo, ma con la consapevolezza che sia un reale interesse e non solo una vetrina fine a se stessa.
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Klaus Krug
photo: Mossi/DNA