Nba, nuovo accordo collettivo fino al 2030. Le novità

La Nba ha raggiunto l’accordo con l'assocazione giocatori (NBPA) per firmare il nuovo contratto collettivo che regolerà ogni aspetto per le prossime sette stagioni, portando così ad evitare il lockout fino al termine della decade. Sono diverse le novità annunciate, dal nuovo torneo da disputare nel corso della regular season fino alle rimozione di restrizione riguardo la marijuana. Ecco i punti salienti

 - SCORAGGIARE LA SPESA DELLE SQUADRE GIÀ OLTRE LA TASSA DI LUSSO - L’idea è quella di inserire una seconda soglia - valutata 17.5 milioni di dollari in più della luxury tax - oltre la quale le squadre non posso più avere accesso al contratto mid-level durante la free agency. Se la regole fosse già in vigore, i Boston Celtics non avrebbero potuto offrire a Danilo Gallinari il contratto che ha avuto, Milwaukee non avrebbe aggiunto Joe Ingles al proprio roster, mentre i Golden State Warriors (che sforano ogni sul salary cup di diverse decine di milioni di dollari) non potrebbero disporre di Donte DiVincenzo. 

 - PER OTTENERE PREMI E RICONOSCIMENTI (E DUNQUE SOLDI) BISOGNERÀ GIOCARE ALMENO 65 PARTITE - L’obiettivo in questo caso da parte della NBA è quello di limitare al minimo un fenomeno sempre più dilagante, con i giocatori di prima fascia che più volte nel corso della stagione restano a riposo (seguendo i consigli e il load management pianificato per loro da parte dello staff tecnico): per ottenere il premio di MVP o essere selezionato in un quintetto All-NBA toccherà giocare almeno 65 partite, al netto di alcune condizioni speciali che verranno discusse. 

 - ARRIVA UN NUOVO TORNEO DA INSERIRE NEL MEZZO DELLA REGULAR SEASON - A partire da novembre, alcune gare di regular season selezionate a inizio stagione avranno un peso "diverso" e serviranno per stilare una classifica ulteriore dalla quale poi verranno selezionate le otto migliori squadre che parteciperanno a un torneo a eliminazione diretta a dicembre. Aggiunto anche il premio per la squadra che riuscirà a conquistare questo torneo "speciale" che verrà inserito nella prima fase dell'anno: 500.000 dollari di bonus previsti per ognuno dei componenti del roster di chi uscirà vincitore della finale, giocatori e allenatori. 

 - LE ESTENSIONI DI CONTRATTO POTRANNO ARRIVARE A UN AUMENTO DEL 140% (CONTRO IL 120% PREVISTO FINO A OGGI) - Una decisione che potrebbe avere un impatto significativo e da diverse decine di milioni di dollari per qualche giocatore, nell'ottica di permettere alle "stelle" di accumulare più soldi e legarsi più a lungo e in maniera più "ricca" alla propria franchigia d'appartenenza. 

 - UN CONTRATTO TWO-WAY IN PIÙ PER OGNI SQUADRA: SI PASSA DA DUE A TRE - Esperimento avviato nel 2017 e che ha trovato ottimi riscontri in queste stagioni, permettendo a un numero maggiore di giovani di entrare in contatto con le franchigie e di crescere, migliorando anche il prodotto G League e dando un'opportunità in più ai giocatori che non vengono selezionati al Draft NBA. 

 - NESSUNA PROIBIZIONI RELATIVA ALL'UTILIZZO DI MARIJUANA - Previsto nell’accordo anche la rimozione ufficiale di ogni tipo di divieto riguardo l’utilizzo di marijuana - situazione che si verifica de facto già dalla stagione 2019-20, ossia da quando non vengono più effettuati controlli antidoping a riguardo. Kevin Durant è stato uno dei tanti giocatori NBA che in questi anni non hanno mai fatto mistero di farne uso, vestendo i panni dei promotori riguardo una norma che andasse in questa direzione

UNA LEGA SEMPRE PIU' INTERNAZIONALE - La National Basketball Association aveva annnunciato a ottobre 2022 che 120 giocatori internazionali provenienti da 40 paesi e sei continenti sono presenti nei roster di apertura della stagione 2022-23, incluso un numero record di giocatori dal Canada (22) e Australia (10) e un record di cinque giocatori dalla Nigeria.  Ci sono un totale di 58 giocatori europei nei roster della serata di apertura, inclusi tre membri della Kia All-NBA First Team 2021-22: Giannis Antetokounmpo (Milwaukee Bucks; Grecia), Luka Dončić (Dallas Mavericks; Slovenia) e il Kia MVP della stagione 2021-22 Nikola Jokić (Denver Nuggets; Serbia).

I Toronto Raptors schierano otto giocatori internazionali, segnando la seconda stagione consecutiva in cui la franchigia guida questa speciale classifica, seguiti da Mavericks, Indiana Pacers e Sacramento Kings con sette giocatori internazionali ciascuno. Gli Oklahoma City Thunder e gli Utah Jazz ne hanno sei ciascuno. Ci sono tre gruppi di fratelli internazionali nella NBA: Giannis, Thanasis e Kostas Antetokounmpo (Grecia; legami con la Nigeria; rispettivamente Bucks, Bucks e Chicago Bulls); Juancho e Willy Hernangómez (Spagna; Raptors e Pelicans, rispettivamente); e Franz e Moritz Wagner (Germania; Magic).

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PROSPETTIVA DI RICAVI A 10 MILIARDI DI DOLLARI - Le entrate della Nba sarebbero diminuite di circa un terzo la scorsa stagione anziché del 40 per cento precedentemente previsto. La lega avrebbe comunque subito perdite significative negli ultimi due anni a causa della più ampia incapacità delle squadre di assicurarsi entrate per la giornata di gioco durante la crisi sanitaria in corso. "Nel 2021 abbiamo ripristinato una quasi totale normalità, con gli impianti a piena capienza. Ma la pandemia ci aveva costretto a rivedere il modo di operare: la flessibilità e la capacità di adattarci agli scenari rimangono un'esperienza e una lezione - aggiunge Silver -. Le opportunità di crescita sono enormi, in particolare al di fuori degli Usa. L'obiettivo è puntare su un business rivolto al consumatore e coinvolgere in modo diretto i tifosi tramite la "tecnologia aumentata", renderemo questa esperienza più personale e interattiva". E aggiunge: "Grazie al ritorno dell'operatività pre­pandemica, abbiamo la prospettiva di ricavi record: 10 miliardi di dollari. Ma ovviamente la condizione chiave per centrare l'obiettivo è legata all'evoluzione del Covid. Studio il calcio e ne sono un appassionato. Con le squadre e con i giocatori discusso spesso della creazione di un torneo "in season" come accade nel calcio. Abbiamo imparato tanto dal soccer e le sue esperienze potrebbero essere applicate alla Nba".

In questa ottica di sviluppo, anche di carattere internazionale, la Nba sta finalizzando i piani per l'apertura di sei nuovi punti vendita in Brasile entro la fine del 2022. In questo modo, il Brasile diventerà il terzo mercato al dettaglio fisico della NBA al di fuori degli Stati Uniti e porterà il numero totale di negozi fisici a marchio NBA in quel paese a 18.

Al termine, la rete di negozi NBA coprirà sette stati del Brasile: Minas Gerais, Paraná, Ceara, Rio de Janeiro, Rio Grande do Sul, Santa Catarina e São Paulo, e lo sforzo sarà aiutato dai partner di vendita al dettaglio locali Nike, Centauro e Netshoes, la più grande azienda di e-commerce sportivo del Brasile. Nel complesso, nel 2022 si prevede che oltre due milioni di fan visiteranno gli NBA Store in Brasile.

I PIANI DI LAKERS E CLIPPERS - Dopo 22 anni di collaborazione con l’azienda Staples, partner dell’arena fin dalla sua inaugurazione nel 1999, la casa di Lakers, Clippers (seppur ancora per poco), Sparks di WNBA e Kings di NHL ha cambiato nome. Ora si chiama Crypto.com Arena. L’accordo per i "naming rights" dell'arena situata a downtown Los Angeles, secondo quanto riportato da più fonti, sarà il più remunerativo nella storia dello sport americano: 700 milioni di dollari per 20 anni. I Los Angeles Clippers resteranno nell'attuale struttura ancora per poco. Hanno presentato il progetto definitivo riguardante l’arena che ospiterà le partite casalinghe della franchigia californiana a partire dalla stagione 2024-2025: la “Intuit Dome”. Si tratta di una struttura che sorgerà ad Inglewood, di fianco al noto Forum che per oltre trent’anni ha ospitato lo spettacolo offerto dai Los Angeles Lakers, e che costerà circa 2 miliardi di dollari. Un investimento non particolarmente pesante se consideriamo che il proprietario dei Clippers, dal 2014, è Steve Ballmer, considerato da Forbes l'11° uomo più ricco al mondo con un patrimonio di 82.5 miliardi di dollari

Il palazzetto, che prende nome dallo sponsor “Intuit”, azienda californiana che sviluppa software, con cui ci sarebbe un accordo valido per 23 anni e pari a circa 500 milioni di dollari complessivi, diventando la cifra più alta di naming sportivo in Nba. Golden State, ad esempio, ha un contratto con Chase per una cifra intorno ai 400 milioni di dollari. Ospiterà 18.000 posti a sedere – in linea con l’attuale media delle arene delle altre franchigie – e la bellezza di 1.500 bagni. L’idea è quella di avere il massimo impatto possibile da parte dei tifosi, riducendo il più possibile i vari tempi d’attesa.

L'Intuit Dome includerà funzionalità incentrate sui fan come "The Wall", che comprende 51 file ininterrotte di sedili che includono una sezione dedicata ai tifosi; un tabellone segnapunti a doppia faccia che circonda la ciotola con un acro di illuminazione a LED; e una piazza all'aperto di 80.000 metri quadrati, che circonda un campo all'aperto a grandezza naturale.

guarda il video di presentazione dell'Intuit Dome

Marino Petrelli

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